VITO MAIORCA
Lo confesso: mi sarebbe piaciuto conoscerlo. Una persona che si è trovata in certi crocevia della Storia non poteva essere una persona comune.
Era il Tenente della Polizia dell’Africa Italiana Vito Maiorca, della Stazione di Trastevere. Faceva parte dell’organizzazione militare partigiana del Partito Socialista.
Innanzi tutto, fu uno dei protagonisti, il 24 gennaio del ’44, della fuga di Sandro Pertini, Giuseppe Saragat e altri cinque prigionieri socialisti dal Carcere di Regina Coeli. E’ dalla Caserma di Trastevere che parte la famosa telefonata che avvalora i falsi ordini di scarcerazione per i sette detenuti, e il
Tenente Maiorca era parte del complotto, con un ruolo che forse la storiografia ufficiale dell’evento ha sottovalutato, ma che di certo non fu dimenticato dallo stesso Pertini, come dimostra la dedica che vi mostriamo nella foto, ed il ricordo che, alla sua morte, è nel necrologio fatto pubblicare dal Professor Giuliano Vassalli. La sua attività per la Resistenza Romana non passò purtroppo inosservata ai nazisti, e fu così che Vito Maiorca fu catturato nell’aprile 1944 ed imprigionato a Via Tasso, dove, come ci narra la relazione del Partito Socialista, “malgrado il durissimo maltrattamento subito” tacque i nomi degli altri uomini della Polizia dell’Africa Italiana appartenenti al P.S.I.
Della sua prigionia in Via Tasso c’è una traccia impressionante : il suo cognome inciso con chissà quale strumento sul muro di una delle stanze “di rigore”.
Sono i primi giorni di giugno. I prigionieri di Via Tasso vengono caricati dalle SS sui camion per la fuga da Roma ormai in procinto di essere liberata. Uno di questi camion si rompe, e i prigionieri riportati all’interno della prigione. Altri partono, uno di questi si ferma a La Storta e qui si compie l’ultimo eccidio di Roma liberata: 14 fucilati, tra i quali Bruno Buozzi. Vito Maiorca era sul camion che ha avuto il guasto.
Il Tenente Maiorca, sciolta la Polizia dell’Africa Italiana, diventa nel dopoguerra vice Commissario della Pubblica Sicurezza, e lo mandano a dirigere il Commissariato di Viareggio. E qui, un altro crocevia della Storia dolorosa di quegli anni: il vice Commissario è il primo a svolgere indagini sull’eccidio di Sant’Anna di Stazzema. La relazione inviata alla Procura della Corte d’Assise Straordinaria di Lucca è visibile tramite il link (Fonte: www.toscananovecento.it). Se riuscirete a leggerla – la qualità non è buonissima – vi accorgerete che non è un’arida relazione per indagini svolte per mero dovere: ma un dolente racconto che tanto ci restituisce di quegli anni e di quell’orrore, e anche della figura di quest’Uomo.
Ringraziamo la Signora Elisabetta Maiorca, figlia di Vito, per l’autorizzazione a pubblicare la dedica di Sandro Pertini e il necrologio pubblicato da Giuliano Vassalli.