MARIO CANESSA E GIUSEPPE BARATTA

In questo “Elenco dei sottufficiali ed agenti effettivi” della Stazione di PS di Perugia ci sono due momenti di Storia che si incrociano. Non sapremo mai se erano amici, se si influenzarono a vicenda nel loro comportamento, cosa pensassero l’uno dell’altro. Fatto sta che le Guardie Mario Canessa e Giuseppe Baratta hanno lasciato una traccia imponente nella Memoria.

A dire la verità, Mario Canessa a Perugia ci arriva dopo una lunga attività in Valtellina. Non solo collabora con Giustizia e Libertà, ma, in quanto guardia di frontiera, accompagna in Svizzera perseguitati politici, renitenti alla leva, ebrei. Fa parte dell’organizzazione Diana, nata proprio per mettere in salvo prigionieri e perseguitati. Iniziano a sospettarlo, così in qualche modo il CNL riesce a farlo trasferire, ed arriva a Perugia. Qui lo arrestano tre giorni prima della Liberazione ma riesce a fuggire e a scampare alla morte, ed entra per primo a Perugia liberata su un carro alleato.

Giuseppe Baratta era arrivato a Perugia trasferito da Milano. Era di guardia al Castello Guglielmi dell’Isola Maggiore del Trasimeno, luogo nel quale erano stati internati una trentina di ebrei italiani. Quando arrivano i nazisti per deportarli, Baratta riesce a metterli in salvo facendoli nascondere per tre giorni nel bosco dell’Isola. Poi, con l’aiuto di un sacerdote e dei pescatori dell’Isola, li fa trasferire sulla sponda del lago già liberata dagli Inglesi.

Come tanti di coloro che si prodigarono per il salvataggio di ebrei, entrambi non diedero risalto a quanto avevano fatto. Solo dopo anni emerse, e Mario Canessa è stato nominato nel 2008 Giusto Fra le Nazioni dallo Yad Vashem; Giuseppe Baratta è stato recentemente insignito della Medaglia d’argento al Valor Civile alla Memoria.

Una curiosità: tra i documenti dell’Allied Control Commission che si possono rinvenire tra i microfilm conservati all’Archivio Centrale di Stato, ce ne è uno che riguarda Mario Canessa: il suo licenziamento, del 13 ottobre 1944, caldeggiato da tale Tenente Colonnello Guerrizio, Questore, che  ne fa un ritratto impietoso: lo definisce “di salute molto cagionevole, di scarso rendimento e di  nessun affidamento” , accusandolo di varie mancanze disciplinari, dando credito a dicerie e addirittura  utilizzando valutazioni del 1940, come se non ci fosse stata di mezzo una guerra. Non c’è che dire: Canessa era un ottimo agente “sotto copertura”, tanto da non farsi scoprire neanche dai suoi superiori. Lui comunque poi nell’Amministrazione è rimasto, fino alla promozione a Dirigente Generale.