E’ sempre difficile descrivere i sentimenti che ci accompagnano in questo nostro percorso di ricerca e di ricostruzione della Memoria dei Poliziotti che lottarono per la Liberazione dal nazifascismo. Quelli che abbiamo provato ieri a Livorno – durante la cerimonia di installazione delle Pietre di Inciampo che ricordano gli otto della Tenenza di Ardenza, partigiani catturati mentre, con due camion pieni di armi, erano diretti alla postazione della Brigata Garibaldi per unirsi definitivamente alla Banda Sante Fantozzi,  e torturati e poi barbaramente uccisi il 23 giugno del 1944 –  sono stati sentimenti fortissimi.

Il primo è di gratitudine nei confronti del nostro caro iscritto Rosario Orlando, Ispettore di quella Questura, che con passione non comune e dedizione, ha ricostruito tutte le vicende di quei tragici giorni. Il suo lavoro di studio preciso e approfondito – fatto non con la freddezza che avrebbe potuto accompagnare uno storico distante, ma con il cuore e la partecipazione reale alle sofferenze subìte da quegli uomini e poi dalle loro famiglie – e la volontà ferrea di volerli degnamente ricordare, sono ciò da cui è scaturita la decisione della Amministrazione di P.S. di voler procedere alla apposizione delle Pietre e il coinvolgimento partecipato di tutte le Istituzioni cittadine alla Cerimonia.

La sua commozione nel raccontare la storia del Sottotenente Vittorio Labate, del brigadiere di Pubblica sicurezza Nicola  Bucci, delle guardie Giovanni Cannata, Francesco Citro, Orlando Tomietto, delle guardie ausiliarie Washington Copernico, Orlando Marinai, Umberto Petrucchi, ci ha portato a condividere altri intensi sentimenti : l’ammirazione per il loro coraggio, l’orrore per la loro tragica fine, la partecipazione al  dolore di figli, mogli, fidanzate privati del massimo affetto dalla barbarie nazifascista, l’orgoglio di sentirsi parte di una Storia di sincera lealtà per i Valori che oggi troviamo scolpiti nella nostra Carta Costituzionale e che all’epoca era solo il sogno di uomini e donne oppressi da vent’anni di dittatura e da una guerra crudele e insensata.

 

Quella Storia degli otto di Ardenza la faremo ricordare presto da Rosario, che meglio di chiunque altro potrà farlo. Ora vogliamo solo condividere con chi legge le emozioni nel vedere i parenti commossi avvicinarsi al luogo della posa, qualcuno con la medaglia partigiana del loro caro appuntata al cappotto e la soddisfazione della Sezione di star contribuendo al percorso di valorizzazione della Memoria di tutti i Poliziotti “Resistenti”.